Il convegno
cominciava alle tre, e alle 2 e trentadue stavo ancora cercando parcheggio.
Scarpe col tacco nella borsa, sostituite dalle ballerine da combattimento, poi
cinque fermate di metropolitana e la solita corsa a perdifiato fino alla
Biblioteca Ambrosiana, in una Milano insolitamente calda ed assolata per un
pomeriggio di fine settembre. Sono arrivata trafelatissima e ovviamente in
ritardo di quindici minuti, come al solito. Per fortuna il Santo protettore
delle ritardatarie croniche mi protegge costantemente, e per quanto fossi
praticamente l'ultima, il convegno non era ancora cominciato ed io ho trovato
posto addirittura in seconda fila.
I relatori
rappresentavano una pluralità di punti di vista: medico, politico, economico,
religioso, fornendo informazioni e spunti di riflessione
sul mondo, quello della fecondazione assistita, con tutte le sue implicazioni
bioetiche, moderatrice del dibattito Laura Gotti Tedeschi, in evidente attesa: mi è sembrato di ottimo auspicio.
Josephine
Quintavalle – Fondatrice e direttrice di CORE, l’associazione inglese che da anni
promuove il dibattito su questi temi di bioetica, ha rivelato che l'opinione
pubblica, ed in particolare le donne, hanno poche informazioni e confuse sul
tema della fertilità, e dello sfruttamento di mamme e bambini già in atto. La fecondazione assistita in certi paesi permette atrocità come la produzione di figli su ordinazione, nuove forme di schiavitù ai danni di donne giovani, prive di tutele legislative ed economicamente svantaggiate, usate come produttrici di ovuli, embrioni, e come incubatrici di figli destinati ad altri: genitori single, al di fuori dei limiti anagrafici o biologici per diventarlo, non in grado di offrire al figlio una vita normale.
Il prof Bruno Monegazza, ginecologo e ricercatore, ha infatti condiviso
una recente indagine, che mostra che solo il 33% delle donne adulte sanno
realmente come funziona la fisiologia della riproduzione, percentuale che
scende al 13% fra le giovanissime. Meno conoscenza equivale a impossibilità di fare scelte consapevoli. Anche le informazioni sulla reale azione
farmacologica delle pillole post coitali (pillola del giorno dopo e dei cinque
giorni dopo) sono ambigue: ufficialmente indicate come inibitrici della
ovulazione, hanno in realtà azione abortiva, impedendo la sopravvivenza
dell'embrione. Meno ancora si sa su ciò che avviene con la fecondazione assistita. L'ovaio è stimolato a produrre moti
ovociti, che fecondati daranno origine a molti embrioni. Non tutti gli embrioni
diventeranno bambini: gli embrioni in eccesso vengono congelati, procedimento a
cui uno su quattro non sopravvive. Quelli destinati all’impianto nel grembo
della mamma sono sottoposti a diagnosi genetica: se a rischio di
sviluppare patologie come il cancro al seno e all'intestino vengono distrutti,
sebbene la predisposizione genetica non implichi necessariamente lo sviluppo
del cancro.
In base a questa pratica, Angelina Jolie non sarebbe mai dovuta
nascere! (lo so cosa state pensando: che allora Brad Pitt sarebbe libero, ma comunque non riusciremmo a raggiungerlo: Ryan air è sull'orlo del fallimento)
Senza una adeguata cornice legislativa e presa di coscienza civile, i bambini
di domani potrebbero avere tre o quattro genitori, anche dello stesso sesso,
essere stati selezionati in base al sesso o altre caratteristiche genetiche,
essere sopravvissuti all'aborto selettivo, in nome di quello che Ettore Gotti Tedeschi
ha definito il "bio-diritto", ovvero il prevalere di norme
ed orientamenti di enti e governi internazionali (OMS, ONU) sulle questioni
bioetiche. Secondo Gotti Tedeschi in occidente prolifera una cultura anti-uomo:
una distorta interpretazione ambientalista e neo-malthusiana, che vede nel
genere umano il nemico della natura, preoccupata che la crescita demografica
umana minacci l’equilibrio del pianeta. La conseguenza di questi
condizionamenti ha portato al calo demografico dei paesi occidentali, che porta al paradosso moderno del sesso senza
procreazione, e della procreazione senza sesso.
Eugenia Roccella ha spiegato che la
politica non riesce a invertire la tendenza alla denatalità, nemmeno in paesi
come la Francia e la Germania, che hanno politiche di welfare molto decise per
sostenere le famiglie. Si è indebolito il desiderio di maternità, privato del
suo valore sociale, e l’identità di genere, con uomini che hanno perso la
dimensione della protezione, e donne quella della cura.
Mons. Luigi Negri – Arcivescovo di Ferrara-Comacchio ha
chiuso il dibattito, ricordando a tutti che l’antropologia cristiana si basa
sulla gratuità, sul dono della vita, che non è un bene di consumo o un oggetto
di trattativa. L’Arcivescovo ha ribadito la necessità del recupero del ruolo dell’uomo
come “padrone del creato” come ricordato nell’Evangelium vitae.