mercoledì 10 gennaio 2018



Mio marito è un sant’uomo. 

Si è guadagnato tanti di quei meriti qui in terra, per il solo fatto di avermi sopportata (e supportata) in tutti questi anni, che Qualcuno ne terrà ben conto, quando verrà il momento.

So di non essere una moglie facile, con la mia logica un po’ traballante e la mia totale incapacità di affrontare qualunque situazione che coinvolga l’utilizzo di aggeggi tecnologici, e fra questi includo anche la televisione. 

In tutti questi anni ha trangugiato senza battere ciglio quasi tutti i miei esperimenti culinari, inclusa quella torta salata con il ripieno grigio topo, che non assomigliava per niente a quella dello show cooking in cui l’avevo vista preparare. 
Ha sopportato tutte le amiche e conoscenti che ho portato a casa, persino quelle mamme della scuola delle figlie che non sopportavo nemmeno io. 

E mio marito è una persona colta, uno che ha studiato. Sa perfettamente che esistono domande retoriche in cui l’unica risposta attesa è “sì”. 

Il problema, con mio marito, è che non sempre riconosce le domande retoriche. Per esempio domande tipo: “secondo te sto bene?” riferito a me stessa, dopo un estenuante tour de force dal parrucchiere, è una tipica domanda retorica con risposta affermativa. Non è assolutamente necessario riflettere, né rispondere, per amore di verità, che sì, il taglio non è male, anche se un po’ troppo da signora di mezza età, e che "il colore non è un granché, non sembra quello dell’altra volta, perché lo hai cambiato? "

E poi ci sono altre domande, anche queste retoriche a cui si può rispondere solo “no”. 
Per esempio, se chiedo, con aria afflitta: “ti sembro ingrassata?” io non intendo assolutamente essere scannerizzata dalle caviglie alla fronte, né sentirgli ammettere che potrei aver preso un paio di chili. 

Credo che non sia un questione di intelligenza, di cultura, nemmeno di affetto. È che l’uomo non ce la fa, facciamocene una ragione. 

Se ho imparato una cosa, in quasi vent'anni di matrimonio, è che la mente dell’uomo, anche se marito amatissimo, anche se intelligentissimo, non riesce ad afferrare la psicologia femminile, nemmeno quella della donna con cui divide il bagno da vent'anni. 

Perché un uomo a domanda risponde, non sa che le domande si dividono in due grandi categorie: quelle che presuppongono una richiesta di informazioni, oggettive, reali, tangibili, e altre domande che sono un test esistenziale, una richiesta di attenzione,  che si misurano col metro dell’amore e non dell’esattezza. 

Gli uomini non chiedono aiuto, in linea di massima lo considerano una sconfitta. Le donne adorano chiedere aiuto e vedere in quanti accorrono, quante manifestazioni di empatia, quante rassicurazioni e quanti complimenti arrivano. Non c'è vittoria più grande. 

Per questo sarebbe meglio non fare al marito domande, a meno di essere davvero pronte a ricevere una risposta sincera.

giovedì 4 gennaio 2018

Good Morning, Christians!


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Trent'anni fa Robin Williams muoveva i sui primi passi come attore nel film divenuto un cult "Good Morning Vietnam". Incaricato di tenere alto il morale delle truppe in guerra, ad un certo punto decide di ribellarsi alla censura che occulta le notizie tragiche. Questa è la scena:

https://www.youtube.com/watch?v=P-6Eul-6dBo

"di cosa abbiamo paura? che la gente scopra che c'è una guerra? Vuole che che tutti credano che qui la situazione è tranquilla?"  
dice Robin Williams al suo superiore.

E noi, di che cosa abbiamo paura? 
Fra le cose mai successe, dobbiamo annoverare la quotidiana persecuzione ai cristiani nel mondo. Provate a guglare "persecuzione cristiani", vedrete che, tolti i siti e le riviste on line cattoliche (1,2,3),  i giornali laici che menzionino l'argomento si contano sulle dita di una mano.

Non va meglio sui social, dove la denuncia delle persecuzioni arriva prevalentemente da siti di ispirazione religiosa. Unica eccezione Repubblica, che riporta la notizia degli attentati in Egitto e delle rappresaglie in Congo e in Egitto (4,5). Gli articoli si trovano nella sezione "esteri", in posizione ben defilata, considerando che al momento quel che tiene banco è la guerra a chi ha il pulsante più grosso e funzionante fra Trump e Kim.


Secondo Riccardo Di Segni, Rabbino capo della comunità ebraica di Roma, ci sono tre fenomeni che concorrono nel fotografare l'atteggiamento dell'occidente nei confronti dei Cristiani (6).
Il primo è la rimozione
 "La persecuzione dei cristiani non è notizia che solleva l’attenzione che merita. E’ come se ci fosse una barriera geografica oltre la quale può succedere di tutto: un attentato, un massacro, uno stupro collettivo se avvengono in certe aree diventano notiziole che vanno e passano." 

Il secondo aspetto è l’indifferenza
il terzo aspetto è quello della poca chiarezza nella denuncia

"ci sono interessi politici e di affari che impediscono di citare i nomi dei paesi potenti dove l’intolleranza è legge."

come dice Galli della Loggia (7):

"Il Cristianesimo non è per nulla «elegante», e spesso comporta a danno di chi lo pratica una sorta di tacita ma sostanziale messa al bando. L’atmosfera culturale dominante nelle società occidentali giudica come qualcosa di primitivo, al massimo un «placebo» per spiriti deboli, come qualcosa intimamente predisposto all'intolleranza e alla violenza, la religione in genere." 

Ma poi si accanisce soltanto sul Cristianesimo esclusione cioè del Giudaismo e dell’Islam: il primo per ovvie ragioni storico-morali legate alla Shoah, il secondo semplicemente per paura. Prosegue della Loggia:

"Sì, bisogna dirlo: per paura. L’Europa ha paura dell’Islam arabo, del terrorismo spietato, delle tante guerriglie che all’Islam dicono di ispirarsi, della loro feroce barbarie, così come dei movimenti di rivolta che periodicamente agitano nel profondo le masse di quel mondo, sempre pervase di una suscettibilità facilissima ad accendersi e a trascendere in un’accanita xenofobia. Ma non solo. L’Islam ci fa paura anche perché la sua sola presenza  ci obbliga a fare i conti con una grande mutazione in corso nella nostra cultura e dunque nella nostra civiltà: l’impossibilità psicologica di avere un «nemico», di sostenere una situazione di conflittualità non componibile." 

Qual è l'identikit dei persecutori? Tre i principali volti della persecuzione (8): 

1.     l’estremismo islamico che punta all'eliminazione completa di ogni presenza cristiana.
2.     il nazionalismo religioso di paesi che puntano all'omogeneità religiosa ed etnica 
3.     e la persecuzione dei regimi totalitari che promuovono l’ateismo di Stato.   




(1) http://www.famigliacristiana.it/blogpost/cristiani-perseguitati-nell-indifferenza-del-mondo.aspx
(2) https://www.avvenire.it/papa/pagine/concistoro-20-10-2014
(3) https://agensir.it/quotidiano/2017/11/21/cristiani-perseguitati-card-piacenza-acs-espiano-la-nostra-indifferenza-pusillanime-e-ci-invitano-ad-uno-slancio-generoso/
(6) https://www.ilfoglio.it/esteri/2015/11/23/news/colpevoli-silenzi-e-reazioni-insufficienti-dietro-il-dramma-dei-cristiani-89904/
(7) http://www.corriere.it/editoriali/14_luglio_28/indifferenza-che-uccide-75e4cd0a-1613-11e4-a64f-72b5237763b1.shtml

(8) http://www.lastampa.it/2017/10/13/vaticaninsider/ita/nel-mondo/contro-i-cristiani-pi-persecuzioni-e-meno-attenzione-86XPHtAVcnLidf5zaz6kWJ/pagina.html

sabato 30 dicembre 2017





Qual è il senso del Natale? Il credente sa che per lui ha un significato spirituale, simbolico, metastorico. Un significato che una società sempre più laicista e distruttiva vorrebbe neutralizzare. 

Il 26 dicembre, il giorno dopo Natale, il Fatto quotidiano pubblica la replica di un editore, criticato per alcune sue scelte di contenuti nei testi scolastici. L’editore, fra le altre cose dichiara:
“la società è cambiata. Ad esempio ora gli insegnanti ci chiedono di scrivere testi dove si parla del Natale senza fare riferimento alle nostre tradizioni (1)."
E proprio oggi, Repubblica diffonde la notizia di una maestra friulana che, nella canzoncina per bambini "Minuetto di Natale" ha fatto sostituire “Gesù” con “Perù”, ufficialmente per
Non offendere i bambini di altre religioni (2)”, 
come se l’esistenza o il libero culto di Gesù potesse essere offensivo per qualcuno, o come se il Natale potesse prescindere da Gesù.

Quale pensate sia dunque il senso del Natale?

  • Avete bisogno del Natale per comprare giocattoli, cosmetici, gioielli, abiti, elettronica di consumo e cianfrusaglie, sperperando pagandoli almeno il 30% in più del dovuto?
  • Avete ancora bisogno del Natale per consegnare tutti questi regali in un unico giorno, ora che Amazon può consegnarli al posto vostro gli altri 364 giorni dell’anno?
  • Avete bisogno di abbuffarvi al pranzo di Natale, ora che possiamo mangiare fino a scoppiare tutti i giorni?
  • Avete bisogno del Natale per acquistare a caro prezzo pacchetti vacanze su spiagge deserte dall'altra parte del globo?
  • Avete bisogno del Natale per intasare caselle i posta reale o virtuale con auguri e sostituire temporaneamente sulla bacheca dei vostri account social gattini e tramonti con slitte, renne, alberi addobbati e babbo Natale panciuti?



Fa bene il Papa, nell'udienza di mercoledì 27, a ricordare:

“Specialmente in Europa, assistiamo a una specie di snaturamento del Natale: in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù. Ma in realtà questo avvenimento è l'unico vero Natale! (3)" 

Dunque, a Natale è nato Gesù. 
Dio si è fatto uomo e si è incarnato. Senza questa premessa, non ci sarebbe la salvezza. in un certo senso questo è l'inizio di tutte le storie, e fra esse, la nostra.
Va bene celebrare in maniera terrena, divertirsi, mangiare bene  e farsi regali, ma questi sono i riflessi esterni della festa che è in realtà l’inizio della nostra storia di salvezza. 

Se tentiamo di separare Natale dal suo significato religioso, esso finisce col somigliare all'immaginetta che ne dà Google, come una tavola imbandita davanti a candele e dolci. 

In pratica del Natale rimane solo un involucro materialistico, fatto di cose che si possono comprare, mangiare, regalare e consumare in qualunque altro momento dell’anno.







mercoledì 27 dicembre 2017

Buona digestione! e buon inverno.

Oggi, aprendo Facebook, appariva questo messaggio d'auguri:


avete letto bene: uno splendido inverno coi nostri cari.Quindi, Facebook dice che speriamo che saremo felici con le persone che amiamo dal 21 di gennaio al 20 Marzo.
Di quello che provavamo fino al 19 dicembre e di quello che proveremo dal 20 marzo a mezzanotte e un minuto, Facebook non si preoccupa, né formula auguri. Perché dunque proprio l'inverno è la stagione oggetto di tanto interesse ed auspici?

Per quanto il mondo sia bello e vario, non ho mai sentito frotte di buontemponi augurarsi vicendevolmente "buon inverno". In questo periodo è assai più comune dirsi "Buon Natale" oppure "Buon anno". Popolarmente si dice anche "Natale con i tuoi".

Perché Facebook è così riluttante ad unirsi agli auguri di rito? Semplice: perché il Natale è una festa religiosa, per di più Cristiana, e i cristiani non se la passano bene. Tutti i segni interiori ed esteriori della loro identità ed appartenenza ad una comunità vengono cancellati, negati, nascosti o ignorati, come in questo caso, o ad andar male, accusati, per il solo fatto di esistere, di "offendere" coloro che cristiani non sono. 

Pochi giorni fa Nick Cohen sulla rivista on line The Guardian (1) osserva che delle 376 cartoline di auguri di Natale stampate da Hallmark (noto editore britannico di cartoncini d'auguri), solo 5 sono a tema religioso, e questa mortificazione dell'immaginario e laicizzazione del linguaggio  avviene ad un passo più veloce rispetto al pur continuo declino della religiosità fra i britannici.

La disintegrazione del senso religioso del Natale (e non solo) riguarda anche l'Italia, come osserva la Stampa, la dimensione religiosa della ricorrenza sembra riguardare sempre meno la vita pubblica e la società e sempre più esclusivamente l'ambito privato e l'intimità della cerchia familiare, mentre in passato la religiosità costituiva un insieme di valori, una identità e un insieme di norme che: 

"Permetteva la costruzione di un senso comune. Offriva un obiettivo condiviso per la costruzione della società e del suo futuro.(2)"

non meraviglia (ma fa molta tristezza) che anche Facebook, desideroso come ampie fette della società, di essere politicamente corretto e religiosamente neutro, dribbli rocambolescamente ogni riferimento al Natale riferendosi più genericamente a meno pericolosamente alla stagione "invernale". Tanto varrebbe che ci augurasse anche una buona digestione, in previsione dei lauti pasti che faremo coi familiari e gli amici in questa particolare fase dell'inverno che - per pura coincidenza - cade a ridosso delle celebrazioni del Natale. 

Attendiamo gli auguri di Primavera in corrispondenza della Pasqua, e nel frattempo, non auguriamo a Facebook un buon inverno e nemmeno una buona serie di abbuffate, ma gli auguriamo proprio un Buon Natale!




(1)https://www.theguardian.com/commentisfree/2017/dec/16/in-losing-religion-do-we-lose-touch-with-each-other?CMP=share_btn_tw
(2)http://www.lastampa.it/2017/12/22/italia/cronache/litalia-smarrisce-il-senso-del-sacro-e-si-riduce-il-numero-dei-cattolici-qfNoIbqFf4nt7iJII8ixHJ/pagina.html


martedì 19 dicembre 2017

pareva salvezza, e invece era un biscotto


Per celebrare la Natività Twitter si affida niente di meno che all'omino pan di zenzero. Se Gesù Bambino nasce per salvarci l'anima, l'eroico biscotto ci salverà la merenda.


Si avvicina Natale. Una delle feste più significative della cristianità, assai più importante di San Valentino dell'otto marzo e della festa del papà e della mamma, senza nulla togliere a innamorati, donne e genitori. 
Cosa fa Twitter per celebrare l'evento? 
Decide di dare un segno grafico - non per niente siamo la cultura dell'immagine - che racchiuda in sé il profondo significato di questa festa.

E cosa sceglie? Sceglie niente meno che... l’omino pan di zenzero

Non sapete chi è? Poco male, perché prima della brillante trovata di Twitter l’omino pan di zenzero da noi non se lo filava proprio nessuno. 

E dire che di candidati iconografici per il Natale ce ne sarebbero stati diversi. Si sarebbe potuto scegliere Gesù bambino, la Sacra Famiglia, la grotta della natività o al limite persino la stella cometa, ma si sarebbe trattato di simboli troppo evocativi, in una società sempre più confusa e priva di direzione, che ha paura anche solo di nominare il mistero, visto che crede solo a ciò che tocca, vede e consuma.

I bene informati rivelano che l'omino pan di zenzero sia un personaggio della mitologia urbana anglosassone: è un biscotto allo zenzero, una cosa commestibile a metà fra l’aroma strudel e il sentore di tarmicida bio. 

A volergli dare dei natali più nobili (letteralmente) si scopre che secondo una leggenda metropolitana di fine ottocento l'omino pan di zenzero fu preparato da un'anziana coppia che non poteva avere figli, e che si consolò impastando un biscotto e dandogli una forma umana.

ora, riflettiamoci per un istante. 

Una coppia di anzianotti si accorge di non poter avere figli, perché è tardi. Magari erano troppo impegnati a far carriera, magari erano così presi dal fatto di divertirsi che hanno smarrito l'orologio biologico. Va' a sapere. 

Come molte coppie di oggi, i due si accorgono improvvisamente in età matura di non essere diventati genitori e lo rimpiangono ora che è troppo tardi. Allora fanno una delle tante cose insensate che vediamo fare tanti nostri contemporanei, tardivamente affamati di genitorialità: impastano un biscotto e gli danno la forma di un uomo.


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Questa parodia della Sacra famiglia in versione moderna, con il suo "bambinello" vorrei-ma-non-posso-più è una centrata metafora del vuoto che ci circonda, in cui questa natività "surrogata", contro logica e contro natura, fa da contro altare alla maternità surrogata di cui tanto si parla.

L'omino pan di zenzero è un simbolo insulso, adatto ad una società spiritualmente debole che tenta di smitizzare la Natività, il Dio che si è fatto uomo, che si è incarnato per salvarci, per stabilire una nuova ed eterna alleanza, per sconfiggere il peccato originale.



L’omino pan di zenzero è il feticcio perfetto: antropomorfo, consumablealla portata di tutte le menti, che non fa sfigurare nemmeno l’essere umano più misero. In fondo, non è niente più che un biscotto.

sabato 28 ottobre 2017

La mamma è sempre in servizio

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Cronaca di una giornata di ordinaria follia: figlia n 3 è caduta con lo skateboard, facendo lo slalom fra il divano e l'armadio, le avrai detto mille miliardi di volte di non usarlo in casa, e tu ti trattieni a fatica dal romperle quello che le è rimasto di sano.

Qualcuna delle tue figlie - nemmeno Scotland Yard riuscirebbe a scoprire quale - ha lasciato il freezer aperto (di nuovo), adesso il secondo e il terzo ripiano sono saldati in un'unica lastra di ghiaccio, di cui potrai avere ragione solo prendendola a martellate. Dopo un pomeriggio di piccone e l'allagamento dello stanzino ti sentirai come Elsa di Frozen, ma assai meno tricologicamente esuberante.

Quando pensi che sia finita, scopri che le due figlie più piccole hanno i pidocchi, e passi quel che resta della mattina a frizionare cuoi capelluti con lozioni untuose e maleodoranti, e a sfilare uova con le forbicine che avevi comprato per la manicure, finché ti viene l'irresistibile tentazione di comprare la macchinetta e rasarle a zero come soldato Jane in missione, giusto per star tranquilli.


Halloween si avvicina, e fioccano gli inviti a pizzate e festicciole macabre per tutta la famiglia, a te tocca sempre preparare la focaccia e non sai cosa daresti, per una volta, per essere quella che porta i piatti e i bicchieri di plastica. Anche se odi la festa pagana con tutte le tue forze, ti rincuora il fatto che al momento sia l'unica prova costume che passeresti senza difficoltà.

Intanto è ora di cena, le tue figlie avvertono i morsi della fame e minacciano di addentare le gambe del tavolo se non provvedi immediatamente, tu hai un frigo così vuoto che se parli fa l'eco. Allora scendi in tuta, senza pettinarti, a comprare qualcosa di pronto consumo e per strada incontri il direttore del personale della tua azienda, a spasso con la moglie, tutti e due in tiro per l'aperitivo e lei ti guarda come fossi il bidone della differenziata.

Nel frattempo scopri che la cucina è piena di cocci di vetro, a tua figlia maggiore è caduta la brocca di cristallo della tua lista nozze, roba che per riaverla ti toccherebbe risposarti, ammesso di trovare tuo marito nuovamente consenziente.

Risali e metti l'acqua della pasta, poi ti accorgi che ti manca il sale, tenti di convincere tuo marito ad andare al supermercato sotto casa, quello costoso come il bistrot di Carlo Cracco. In cambio gli prometti manicaretti che non sarai mai in grado di fare, lui lo sa già, ma finge di crederti. Dopo 45 minuti, quando quasi tutta l'acqua nella pentola è evaporata, lui torna a casa con:
2 pacchi di patatine da 300 gr
6 gazzose
1 pacco di merendine del Mulino bianco
2 confezioni di salame già affettato.

"e il sale?""Quale sale?"

quando finalmente riesci a scolare la pastasciutta,

  • tua figlia grande ti ricorda che ha eliminato i carboidrati, 
  • un'altra tua figlia è sazia perché ha mangiato quasi tutto il salame e le patatine, 
  • la più piccola si è addormentata, 
  • e tuo marito propone allegramente di ordinare le pizze d'asporto.


E intanto tu continui a raccogliere cocci di vetro, ti dici:
mai più caraffe di cristallo, d'ora in poi solo plastica
il rischio seconde nozze è scongiurato, tuo marito può stare tranquillo.

Ok, fermati un attimo. Respira.


"i fedeli laici devono guardare alla vita quotidiana come occasione di unione con Dio e compimento della sua volontà e anche di servizio agli altri (1)" 


lo sapevo che nella vita c'era il doppio fondo, come nelle valige nei film di 007. Il primo è quello normale, quello che tutti vedono, fatto di fatica, stanchezza, problemi piccoli e grandi, malattie esantematiche, pidocchi, ricerche di scienze impossibili e cene da preparare in meno di quindici minuti. Però a cercare bene c'è anche il doppio fondo, quello nascosto, più profondo, quello in cui si conservano le cose preziose.

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E quindi c'è un senso più profondo che dà a tutto una diversa prospettiva, quella del dono, del servizio, dell'amore per gli altri, per i nostri figli anche quando sono noiosi, per i nostri mariti anche quando sono inconcludenti, per noi stesse, anche quando a furia di correre rischiamo quasi di dimenticare quello che vorremmo essere e ci limitiamo ad essere quelle che siamo, trascinando una valigia piena di tante cose e di una immensa grazia.

(1) Dio Padre. Le parole chiave nel magistero di Giovanni Paolo II Edizioni Studio Domenicano pag 91


venerdì 13 ottobre 2017

Ti stimo, fratella!

Ti vedo entrare, spaesata, nel negozio, con il passeggino e un marmocchio che un attimo prima sembrava in coma irreversibile e un attimo dopo comincia ad urlare come se avesse bisogno di un esorcista.


Risultati immagini per passeggino bambino


Avanzi a fatica fra le piramidi di profumi, gli stand con le magliette, in questi corridoi microscopici dei negozi, fingendo di ignorare le sciurette in capelli cotonati, micro borsetta a mano che fulminano te e rivolgono uno sguardo misto di pena e disgusto a tuo figlio, che chissà perché in pubblico ha sempre il moccio al naso, le scarpe slacciate, la maglia macchiata, e dire che porca miseria l’avevi controllato prima di uscire, non sembrava avere patacche e invece adesso sembra il bambino più sciatto del reame. 

Tu gli fai onore: hai i capelli crespi e la ricrescita, le mani non parliamone e ti sei messa il cappotto sui pantaloni della tuta passe-partout, il must del tuo autunno-inverno, che usi indifferentemente come pigiama, outfit da casa, e nelle emergenze anche per uscire, quando persino mettersi in jeans impatta sull'economia della giornata. 

Lo shopping non ti ricordi manco cosa sia, sei uscita spinta dal bisogno, ora che persino l’elastico delle tue ultime mutande ha mollato il colpo, hai trascinato il bambino fuori con te per ridurre i sensi di colpa e pure il carico su nonna o tata, a cui ne hai lasciati altri due o tre. 

Che ne sanno di te queste shoppingholic, queste che comprano cianfrusaglie per hobby e hanno le mutande in tutte le gradazioni pastello e tutte abbinate col rispettivo reggiseno? Non possono giudicare perché non sanno che hai sulle spalle 45 o più ore lavorative settimanali e una media di quattro ore di sonno per notte.


Non sanno che hai cose da fare: lavorare, fare la spesa, ingegnarsi di preparare un pasto completo in un quarto d'ora o meno, far fare i compiti, cambiare i pannolini, prendere i figli dallo sport e in tutto questo sforzarsi di evitare il colpo di sonno, per lo meno mentre sei alla guida, perlomeno mentre il tuo capo ti parla, e annotarti mentalmente che ti servono nuove mutande, a tuo figlio una nuova felpa senza patacche e in definitiva una nuova vita, dove ci sia tempo per fare tutto magari anche con calma. 

Sappi che non ti giudico, io ti capisco, fratella, ci riconosciamo a prima vista, noialtre che non siamo come le altre, noialtre che abbiamo tutte avuto uno o più figli che non dormivano una notte intera, mi sembra quasi che ci somigliamo, la tua macchia di grasso sulla manica ha quasi la forma della mia macchia di sugo all'interno dei pantaloni.

Siamo gemelle siamesi e combattenti per la stessa causa, per lo stesso esercito e con le stesse armi, noi che vorremmo pregare e invece ci addormentiamo, tentiamo di leggere un libro e ci addormentiamo, vorremmo coltivare hobby, ma il poco tempo libero, quando lo troviamo, lo passiamo generalmente dormendo, spesso ancora vestite e raggomitolate in posti improbabili, e tuttavia siamo certe esserci scelta la parte della barricata utile, quella più giusta, anche se non sempre la più comoda e asciutta.

Anche se non capiamo un'acca di finanza, ci pare di aver fatto un buon affare, certo, è un investimento di lungo termine, una specie di mutuo trentennale, ma il nostro tesoro ce lo scarrozziamo in giro, senza bisogno di cassaforte, e con un'ugola che rende superfluo anche l'antifurto.

La nostra stanchezza non somiglia a quella di gran parte del resto del mondo, che pure non si riposa mai: ha sempre qualcosa da fare, da comprare, un posto in cui andare e qualcosa da consumare. 

"Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? (…) Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.” (Matteo 6, 25 e seguenti).

noi, fra una pappa e una riunione, fra un viaggio di lavoro e un ciclo colorato a 40 C, speriamo nel vero riposo cristiano: 

«Venite a me quando siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28)

Coraggio, fratella, io ti stimo!