Il profilo twitter di Yoko Ono, la vedova di John Lennon, è
accattivante, pieno dei suoi disegni, di foto, di canzoni di John, aggiornato
con una frequenza che mi suscita una bonaria invidia. Sarebbe bello essere così
mediaticamente esuberante, così varia e colorita. Eppure, fra le frasi di Yoko,
qualche giorno fa è comparsa questa:
"Heaven is what we
create together on Earth*."
*il paradiso è quello che
creiamo insieme sulla terra
seguito da una pioggia di like,
cuoricini e una marea di commenti, in massima parte entusiastici. Post come
questi mi disturbano. Mi fanno venire voglia di visitare una cattedrale gotica,
di adottare un olivo, di fare qualcosa di durevole che mi ricordi - caso mai ce
ne fosse bisogno - che siamo piccoli, piccolissimi, poco più che granelli di
sabbia, creature fragili che tirano avanti alla meglio, figuriamoci se possiamo
pensare di creare il paradiso sulla terra, con le nostre mani, le nostre teste
e i nostri passi malfermi.
Perché un paradiso fatto così non potrebbe che
riflettere i nostri limiti e le nostre debolezze, mentre abbiamo dentro di noi
un anelito di infinito che ci può
salvare, un desiderio di tendere all'eterno. Certo, questo desiderio deve fare
i conti con i limitati mezzi di cui disponiamo per realizzarlo, però è dentro
di noi, e in certi momenti, quando tutto il resto sembra perso, è ciò che ci dà
la forza di alzarci ogni giorno e di continuare a lottare, prima di tutto contro
noi stessi.
Possiamo spendere una vita intera per cercare di perfezionare
questa ricerca del Bene, questo desiderio di infinito, questo sogno del
paradiso perduto che sempre ci accompagna, almeno da quando Eva barattò tutto l’eden
per una sola mela stark delicious (vabbè che la frutta biologica costa una
fortuna). Pensare che sia tutto qui, che non ci sia nulla che ci trascende,
nulla a cui tendere, che il massimo sia quello che possiamo costruire noi sulla
terra, è una prospettiva così limitante da mettere addosso tristezza e
disperazione sconfinata anche al più ottimista del mondo.
Mi spiace, Yoko, mi
sei anche simpatica, ma come diceva la pubblicità di una banca qualche tempo fa,
il mio paradiso è differente.
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