venerdì 13 ottobre 2017

Ti stimo, fratella!

Ti vedo entrare, spaesata, nel negozio, con il passeggino e un marmocchio che un attimo prima sembrava in coma irreversibile e un attimo dopo comincia ad urlare come se avesse bisogno di un esorcista.


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Avanzi a fatica fra le piramidi di profumi, gli stand con le magliette, in questi corridoi microscopici dei negozi, fingendo di ignorare le sciurette in capelli cotonati, micro borsetta a mano che fulminano te e rivolgono uno sguardo misto di pena e disgusto a tuo figlio, che chissà perché in pubblico ha sempre il moccio al naso, le scarpe slacciate, la maglia macchiata, e dire che porca miseria l’avevi controllato prima di uscire, non sembrava avere patacche e invece adesso sembra il bambino più sciatto del reame. 

Tu gli fai onore: hai i capelli crespi e la ricrescita, le mani non parliamone e ti sei messa il cappotto sui pantaloni della tuta passe-partout, il must del tuo autunno-inverno, che usi indifferentemente come pigiama, outfit da casa, e nelle emergenze anche per uscire, quando persino mettersi in jeans impatta sull'economia della giornata. 

Lo shopping non ti ricordi manco cosa sia, sei uscita spinta dal bisogno, ora che persino l’elastico delle tue ultime mutande ha mollato il colpo, hai trascinato il bambino fuori con te per ridurre i sensi di colpa e pure il carico su nonna o tata, a cui ne hai lasciati altri due o tre. 

Che ne sanno di te queste shoppingholic, queste che comprano cianfrusaglie per hobby e hanno le mutande in tutte le gradazioni pastello e tutte abbinate col rispettivo reggiseno? Non possono giudicare perché non sanno che hai sulle spalle 45 o più ore lavorative settimanali e una media di quattro ore di sonno per notte.


Non sanno che hai cose da fare: lavorare, fare la spesa, ingegnarsi di preparare un pasto completo in un quarto d'ora o meno, far fare i compiti, cambiare i pannolini, prendere i figli dallo sport e in tutto questo sforzarsi di evitare il colpo di sonno, per lo meno mentre sei alla guida, perlomeno mentre il tuo capo ti parla, e annotarti mentalmente che ti servono nuove mutande, a tuo figlio una nuova felpa senza patacche e in definitiva una nuova vita, dove ci sia tempo per fare tutto magari anche con calma. 

Sappi che non ti giudico, io ti capisco, fratella, ci riconosciamo a prima vista, noialtre che non siamo come le altre, noialtre che abbiamo tutte avuto uno o più figli che non dormivano una notte intera, mi sembra quasi che ci somigliamo, la tua macchia di grasso sulla manica ha quasi la forma della mia macchia di sugo all'interno dei pantaloni.

Siamo gemelle siamesi e combattenti per la stessa causa, per lo stesso esercito e con le stesse armi, noi che vorremmo pregare e invece ci addormentiamo, tentiamo di leggere un libro e ci addormentiamo, vorremmo coltivare hobby, ma il poco tempo libero, quando lo troviamo, lo passiamo generalmente dormendo, spesso ancora vestite e raggomitolate in posti improbabili, e tuttavia siamo certe esserci scelta la parte della barricata utile, quella più giusta, anche se non sempre la più comoda e asciutta.

Anche se non capiamo un'acca di finanza, ci pare di aver fatto un buon affare, certo, è un investimento di lungo termine, una specie di mutuo trentennale, ma il nostro tesoro ce lo scarrozziamo in giro, senza bisogno di cassaforte, e con un'ugola che rende superfluo anche l'antifurto.

La nostra stanchezza non somiglia a quella di gran parte del resto del mondo, che pure non si riposa mai: ha sempre qualcosa da fare, da comprare, un posto in cui andare e qualcosa da consumare. 

"Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? (…) Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.” (Matteo 6, 25 e seguenti).

noi, fra una pappa e una riunione, fra un viaggio di lavoro e un ciclo colorato a 40 C, speriamo nel vero riposo cristiano: 

«Venite a me quando siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28)

Coraggio, fratella, io ti stimo!

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